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Carburanti Biologici

08/01/2024
Eccomi con un tema che certamente farà crollare più che scrollare la testa a numerosi appassionati ma anche esperti del settore, i Carburanti biologici. Già mi fischiano le orecchie, ecco, visto i tempi di ambiente sulle prime pagine, il soggetto ad effetto.
Tutta aria fritta…
Ebbene, intanto, vi provoco io. Chi nel 2000, quindi meno di 25 anni fa, avrebbe scommesso una lira o un euro di quelli che stavano arrivando, sui navigatori in tutte le auto, e per di più affidabili? I prototipi ti facevano partire per Palermo da Firenze e ti ritrovavi nella curva fiesole con gli ultras. E chi avrebbe mai immaginato un telefono col navigatore non solo affidabile ma perfino real time?

Quindi, veniamo al titolo, CARBURANTI BIOLOGICi, e cominciamo a dire che in effetti è tutto proveniente dalla biologia, o discutibile in termini di biologia, a partire dal petrolio, ma qui si stanno investendo milioni e milioni di dollari per un’altra via da affiancare all’elettrico, un’alternativa se vogliamo più ‘conservatrice’ per certi aspetti. D’altronde siamo oltre 8 miliardi, e l’auto la si deve usare. Punto. E la politica della UE è stata lapidaria: a partire dal 2035 non si venderanno solo auto elettriche e a idrogeno, ma anche quelle che funzionano solo con e-fuel.
Carburanti Biologici

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Anzitutto bisogna distinguere fra E-Fuel, ovvero carburanti di origine sintetica, e bio-fuel, ovvero biocarburanti che derivano dalla trasformazione di sostanze organiche di origine vegetale o animale. Gli E-Fuel sono composti da idrogeno a cui con aggiunta anidride carbonica e l’idrogeno deve essere prodotto utilizzando solo energia rinnovabile. Invece i bio-fuel effettivamente danno una certa produzione di CO2, anzi la stessa CO2 delle elettriche se si considera l’intero ciclo di vita. Il prodotto finito E-Fuel hanno al momento un grosso scoglio tecnologico.

La produzione è costosa, ma questo è ovvio per ogni nuovo progetto, ma soprattutto é impattante dal punto di vista idrico. Anzi un disastro. Per ottenerne un litro sono necessari circa due litri di acqua. Invece i bio-fuel hanno un processo industriale più virtuoso e se vogliamo più facile, perché arrivano da mais, soia, colza, girasole, oli vegetali di origine industriale, insomma tutti quegli scarti della lavorazione del legno o concimi di origine animale che di fatto sono anche un gigantesco problema mondiale.

Gli advanced biofuels sono quelli più ecologici, perché prodotti da scarti, materie residue e biomasse che non entrano in competizione con la produzione di alimenti e mangimi, peraltro causa del disboscamento dell’amazzonia. Ecco, la vera concreta notizia, sottolineo concreta, è che Eni in Italia ha una capacità di bio-raffinazione attuale di 1,1 milioni di tonnellate l’anno, prevista in aumento fino a tre milioni entro il 2025 e oltre 5 milioni entro il 2030, con un diesel prodotto diesel prodotto con il 100% di materie prime rinnovabili, quindi residui provenienti dalla lavorazione di oli vegetali, oli alimentari esausti, grassi animali e oli vegetali estratti da colture in terreni marginali non in competizione con la filiera alimentare.

Chiaro che c’è da costruire una logistica e un indotto, tutto è davvero una grande sfida. E i bio carburanti possono anche essere usati in Aviazione e trasporto marittimo. Che diciamocelo, viene l’orticaria a sentir parlare di inquinamento da auto visto che ogni volta che parte un’aereo o una nave da crociera si sposta l'intera tangenziale di Milano o Bologna all’ora di punta.

Per gli E-Fuel, il ciclo di produzione è invece VERAMENTE virtuoso: ci sarebbe la neutralità carbonica dei trasporti perché la CO2 emessa da questi mezzi di trasporto è pari a quella catturata nella fase di produzione del carburante sintetico. Quindi in linea teorica gli E-Fuel sono superiori ai bio-fuel. Ecco perché ad esempio in pompa magna mediatica in Germania ha destato clamore la strada intrapresa da Porsche. Porsche (e il Gruppo Volkswagen nel suo insieme) continua come tutti ad investire enormemente nell’immissione sul mercato di più veicoli elettrici, con la stessa Porsche che spende centinaia di milioni di dollari nella tecnologia dei veicoli elettrici.

Ma contemporaneamente annuncia l’investimento di Porsche in un sostituto del gas chiamato eFuel. Porsche afferma che il carburante sintetico basato sull’elettricità prodotto utilizzando l’energia eolica è quasi a zero emissioni di carbonio e che è un’opzione ideale per gli appassionati di guida. L'azienda vuole vendere eFuel nei suoi Experience Center e potrebbe un giorno consegnare tutte le nuove auto con un serbatoio di eFuel, ha detto Michael Steiner, membro del consiglio esecutivo di Porsche, in una teleconferenza con i giornalisti, ma esiste un altro mercato importante per un carburante a zero emissioni di carbonio. "Oltre alle corse l'iconica 911 è l'obiettivo principale del nostro progetto eFuel", ha affermato Steiner. Porsche sa che non ha importanza nel quadro generale se dici che stai eliminando le emissioni di carbonio da questo o quel modello; la chiave è eliminare i combustibili fossili dal quadro generale. Se puoi farlo, e continuare a guidare un’auto a carburante liquido, perché non farne una 911? "Se offriamo il nostro eFuel ovunque nel mondo, direi di no", ha detto. "Ma in termini di carburante consumato, il nostro obiettivo è fare in modo che tutto il carburante consumato, ad esempio, dalle 911, venga fornito come eFuel, ma non in ogni luogo."  

L’investimento di 75 milioni di dollari da parte di Porsche è sufficiente per dare alla casa automobilistica una partecipazione in HIF di circa il 12,5%. Il metodo di produzione eFuel di HIF, sviluppato con l’aiuto di Siemens Energy ed ExxonMobil, utilizza l’energia eolica per trasformare l’idrogeno e la CO2 in un combustibile liquido. HIF prevede di iniziare a produrre eFuel in Cile a metà di quest’anno.  

Quel carburante funziona in qualsiasi auto che bruci benzina, che è esattamente ciò che deve fare un’auto a zero emissioni di carbonio, ha detto Steiner. Porsche potrebbe probabilmente progettare un carburante per un motore specifico, ma qualunque aumento di efficienza si possa ottenere non risolverebbe il problema principale: lasciare che le vecchie 911 continuino a girare per le strade senza contribuire in alcun modo al riscaldamento globale.  

"La risposta è no, non abbiamo intenzione di progettare una nuova tecnologia del motore a combustione per un eFuel appositamente progettato", ha affermato. "La ragione principale è che vogliamo utilizzare questo carburante nel parco auto esistente."  

Parte dell’investimento HIF di Porsche sarà speso per portare i siti di produzione di eFuel in luoghi diversi dal Cile, come gli Stati Uniti e l’Australia. Porsche ritiene che anche le compagnie aeree e di navigazione marittima potrebbero essere interessate agli eFuel. Oltre a quello cileno di HIF, altre società in varie parti del mondo hanno costruito o stanno costruendo grandi impianti di produzione di carburanti sintetici. La lista è lunga e quindi è tutto molto molto serio. E nella lista sono stato catturato da questa news:  l'elvetica Syn Helion, unica nel panorama dei carburanti sintetici, ha costruito un primo impianto sperimentale nei sobborghi di Madrid che trasforma il calore del sole, raccolto da centinaia di specchi, in idrogeno che unito alla CO2 crea carburanti sintetici.

State pensando a una strada virtuosa per certe aree del globo sempre più in balia del troppo sole? Beh, io sì. Cerchiamo di essere positivi e soprattutto attenti a quello che avviene, sperando che la politica favorisca i giusti sviluppi.


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